How can I go home with nothing to say

Si potrebbero dire tante cose rispetto al femminicidio di Giulia Cecchettin. Se ne potrebbero dire, incredibilmente, nonostante tutte quelle che sono state già dette: tantissime parole, ficcanti, superflue, puntuali, cattive, superficiali, concrete, eccessive, solidali, rivoluzionarie, conservative.

Potrei aggiungermi alla lunghissima lista di persone che hanno sempre qualcosa da dire su tutto, potrei farlo perché nessuno su questo pianeta avverte mai il bisogno di stare zitto, perché bisogna sempre dire la propria – nel migliore dei casi – banalità, (nel peggiore, stronzata) perché ci si deve sempre esprimere anche se non si conosce nulla di un certo argomento, perché il semplice esistere, esserci, manifestarsi nella realtà tangibile implica la facoltà e la necessità di esporsi e aggiungere un altro pezzettino di nulla alla polemica del momento.

Anche io avrei delle cose da dire, anche io sarei potuto diventare uno di quelli che deve sempre dire la sua ma per fortuna c’è chi l’ha già fatto molto meglio di quanto potrò mai provare a farlo io.

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